Il treno è il mezzo più adatto per immergersi appieno in un territorio, nella sua anima. Specie se si viaggia lungo una tratta ferroviaria storica, dove la frenesia e la velocità non hanno sacrificato il piacere della durata, dell’osservazione, della scoperta lenta, paziente, esercizi ancora praticabili sull’Empire Builder, la linea, operata da Amtrak, che dal 1929 collega Chicago all’Oceano Pacifico, per oltre 3600 km, ricalcando in più sezioni il tragitto della mitica spedizione esplorativa di Lewis and Clark.
A bordo delle sue carrozze, che pur ammodernate conservano un fascino rétro, da roaring Twenties, si può intraprendere uno slow travel nel grande West americano, tra i suoi paesaggi immensi, pervasi da una quiete solenne, maestosa, e riassaporare, quando il treno giunge in qualche piccola fermata di provincia, l’atmosfera torpida della vita pionieristica, la frontier life,
Lasciata Chicago, terza metropoli statunitense e polo culturale di rango internazionale, e di lì superati il Mississippi, spartiacque geografico e storico tra l’Est e l’Ovest, e le placide campagne del Minnesota, si raggiunge la prima tappa del North Dakota, ossia Fargo, il cui nome suonerà familiare ai più: infatti la Gateway to the West, cittadina dalla rudezza un po’ trasandata, ha dato il titolo e lo spunto al film (ispiratore nel 2014 di una serie TV) firmato nel 1996 dai fratelli Coen, vincitore di due Oscar. Di qui si aprono le sconfinate praterie delle Great Plains, un vero oceano d’erba, d’inverno smisuratamente bianco, che fattorie isolate e villaggi rurali, simili a piccole imbarcazioni, punteggiano sporadici.
Dopo Minot, centro di tradizioni scandinave, tutelate da un interessante Heritage Park, e l’imponente Gassman Coulee Trestle, un ponte d’epoca alto circa 35 metri, oltrepassando l’altra grande arteria acquatica del subcontinente, il Missouri, il primo affluente per lunghezza al mondo e caso particolare di tributario con corso maggiore rispetto al fiume in cui confluisce, ovvero il Mississippi, si giunge nel Montana, ad Havre, ottimo punto d’accesso al Glacier National Park, dove s’incontrano incantevoli scenari alpini. L’area protetta, Patrimonio UNESCO, estesa per 4000 kmq con sconfinamenti in Canada che la connettono al Waterton Lakes National Park, è un enorme ecosistema continentale di wilderness incontaminata, plasmata, come suggerisce il nome, dall’azione creatrice dei ghiacciai che scavarono, nel corso dei millenni, profonde valli, incastonate da circa 130 laghi alpini, un compendio di habitat che fa da dimora a 1000 specie vegetali e a 400 animali, tra i quali spiccano grizzly, alci e le meditabonde capre delle nevi.
Discesi lungo il versante occidentale delle Rocciose, non senza un pernottamento nel prestigioso campo tendato Under Canvas Glacier, ci si inoltra in un pedemonte, quello tra Montana ed Idaho, folto di foreste, rigoglioso grazie a tutte le acque che vi divallano, godendo delle amene località di Whitefish e Sandpoint, per chiudere infine il viaggio a Seattle, la Emerald City, vivace e giovanile.
Una proposta di viaggio Alidays in collaborazione con: